Vittorio Giardino - handtekening
 
Messaggio di Vittorio Giardino

"Cari amici, forse qualcuno ha visto il mio intervento sulla guerra in Ucraina trasmesso nel TG1 delle 20 venerdì 4 marzo. La necessità dei tempi ristretti della televisione mi ha obbligato a modificare e ridurre il testo che avevo preparato. Vorrei approfittare dello questo spazio maggiore per inserirlo nella versione originale, assieme a due disegni che questo evento tragico e assurdo mi ha dettato.
Io non capisco che cosa stia succedendo oggi in Ucraina e ancora meno capisco il perché.

Non sono uno storico né un politologo, e nemmeno un giornalista che può informarsi direttamente dalle persone sul posto. Io posso solo immaginarlo. Da sempre cerco di capire che cosa pensano, che cosa provano le persone nelle varie circostanze dalla vita: anche in questo consiste il mio lavoro. L’immaginazione mi consente di mettermi nei panni degli altri, anche di quelli con cui non sono d’accordo, per tentare di comprenderne le ragioni e i sentimenti. Nessun giornalista oggi può interrogare i soldati russi delle truppe d’invasione, invece io posso immaginare che fra loro ci siano molti giovani, magari ventenni, che non sanno nulla dell’Ucraina di oggi. Forse si aspettavano di essere accolti come liberatori: chissà che cosa avevano raccontato loro prima della partenza per il fronte! Quanto devono essere sorpresi di scoprire che i loro coetanei ucraini sparano loro addosso! Ricordo un’altra invasione russa, quella di Praga nel 1968, che non finì in un bagno di sangue solo perché il governo cecoslovacco, per evitarlo, ordinò di non fare resistenza. Ma i cittadini, arrampicandosi sui carri armati, chiedevano ai soldati russi “Pochemu?” “Perché?” Ci furono risposte incredibili, chi pensava che fossero stati i cecoslovacchi a chiamarli, chi credeva che il paese fosse stato invaso dai tedeschi, altri ancora che si trattasse di un’esercitazione. E i russi non riuscirono per mesi a trovare qualcuno disposto a guidare un governo fantoccio filorusso. Ogni volta, però, la Storia è diversa e non si ripete mai. Penso a un’altra invasione, quella dell’Austria nel 1938 ad opera dei tedeschi, secondo il progetto nazista di riunire tutti i popoli di lingua germanica. Anche in quel caso il governo austriaco ordinò di non opporre resistenza ma, al contrario di Praga, Vienna accolse gli invasori con applausi e lancio di fiori.
E’ molto difficile comprendere gli uomini e la Storia, ma io non mi stanco di provarci."
 
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